“Questo sito è dedicato a Marthe Blouin” (Ottawa, 1954 – 2020).

7 Febbraio 22 | Editoriali

I terrapiattisti degli spicofarmaci

Chi nega l’esistenza della depressione, soprattutto chi nega il diritto di chi ne soffre a curarsi, dovrebbe essere condannato per omicidio colposo. Un’affermazione che sembrerà esagerata ma che è diretta a tutte quelle persone che rifiutano l’esistenza delle malattie del sistema nervoso, della possibilità che il dolore possa dipendere da un malfunzionamento del proprio corpo e che criticano l’uso di qualsiasi psicofarmaco. Farmaci che possono permettere una vita normale. E nessuno dovrebbe mai vergognarsi di essere malato, né tanto meno di volersi curare e vivere una vita felice.

Trascrizione

Chi nega l’esistenza della depressione, soprattutto chi nega il diritto di chi ne soffre a curarsi, dovrebbe essere condannato per omicidio colposo. Ora, forse questo è un modo un pochino forte per affrontare questo argomento, allora ho deciso di buttarla un po’ sul ridere, e parlo dei terrapiattisti degli psicofarmaci.

Mi direte: Beatrice, dici sempre che su cosanepensate.it non bisogna insultare. Deciderete se questo è un insulto o la logica conclusione del mio ragionamento.

Premetto che non sono una psichiatra, un medico. Ma alcuni ragionamenti si possono fare anche senza specializzazione.

Partiamo. Siamo d’accordo tutti che abbiamo un corpo? E in questo corpo abbiamo un cuore, dei polmoni, delle ossa, dei muscoli, ecc. E siamo d’accordo, spero, che potrebbero non funzionare? E spero davvero che siamo d’accordo tutti che se non funzionano, si ha diritto di curarsi.

Come in tutto, possono non funzionare in modo lieve o in modo forte. Do sempre l’esempio del diabete. In forme molto lievi, basta stare attenti a quello che si mangia. In forme gravi, c’è poco da fare, ci vuole l’insulina. Spero che non ci sia nessuno che vada a dire a chi è diabetico che l’insulina non la deve prendere, che deve andare dallo psicologo e semplicemente smettere di mangiare dolci.

Allora, vi voglio parlare di un’altra parte del nostro corpo, che forse non tutti conoscono, quindi vi informo della sua esistenza: il sistema nervoso. Ed è la parte più complessa del nostro corpo, quella che regola le nostre sensazioni, le nostre emozioni, che fa di noi quello che siamo, le nostre personalità.

Allora vi chiedo: perché è l’unica parte del corpo che funziona sempre, che non può avere problemi? E se si accetta che come tutte le altre parti si può ammalare, perché chi ha la sfortuna di soffrire proprio di patologie al sistema nervoso non dovrebbe avere diritto di curarsi? Perché deve sentirsi dire dalla società: “No, gli psicofarmaci no! Vai dallo psicologo, e ce la devi fare da solo!”.

Io so di cosa sto parlando. E’ da anni che ho deciso di non vergognarmi più. Io sono bipolare di tipo due. Ho sofferto di forti depressioni. Da più di 20 anni prendo stabilizzatori di umore, antidepressivi. Non faccio la lista di tutto il resto senno ci stiamo fino a domani, perché soffro di insonnia, e anche della sindrome delle gambe senza riposo, perché figuriamoci se mi perdo queste cose strane.

Grazie a queste medicine sono riuscita a studiare, a laurearmi. A sposarmi, avere tre figli, poi a separarmi. Ho retto tutto questo. Ho retto anche la morte di entrambi i miei genitori, e ne ho sofferto tantissimo. Anche questo voglio dire, a chi non lo sapesse, che gli antidepressivi non servono a togliere il dolore. Servono a far funzionare quella parte del nostro corpo che regola le nostre sensazioni, per renderle coerenti con quello che ci circonda.

Chi è passato dalla depressione vera, sa che non si tratta di un senso di profonda tristezza, ma è il rubinetto del nostro corpo che chiude a tutte quelle sostanze che danno la sensazione di benessere, di speranza. E questo succede anche se, razionalmente, sai benissimo che la tua vita è bella. Questa è la tortura. Io ero giovane quando ci sono passata, e sono stata chiusa in casa per un anno senza sorridere una volta.

Vi voglio confessare anche che sono vigliacca. Io riconosco benissimo quando una persona soffre, o quando è depressa. Un caro amico era caduto in depressione. Io sono scappata il più lontano possibile, perché anche solo vederla, riconoscerla, mi ha terrorizzata. Terrorizzata. Ricordare cos’era…

Vorrei dire un’altra cosa, che conosco per esperienza: quanto è facile per chi vuole farti del male, approfittare dei pregiudizi di molti, raccontando di questa patologia, per rovinarti la reputazione. Mentre non dovrebbe essere così. Come ho detto, lo voglio ripetere: io non mi vergogno. E nessuno dovrebbe vergognarsi.

Vorrei dire a tutti quelli che sono contro gli psicofarmaci, che sono persone serie come i terrapiattisti, che per colpa vostra, tanti che dovrebbero curarsi non lo fanno, diventando dei rischi per se stessi e per gli altri. Ma anche, siete responsabili di tanto dolore inutile, gratuito. Persone che potrebbero avere una vita piena, felice, costretti a vivere nella disperazione solo per paura di essere giudicati.

Vorrei dire anche a tutti quelli che sanno di avere un problema ma fanno finta di non averlo, perché si sentono superiori: “Noi non siamo matti”, di curarsi. Se non lo volete fare per voi, fatelo per chi vi sta accanto, che si sente impotente, e soffre forse ancora più di voi per questo.

Ammettere di avere un problema non è una vergogna. Non dovrebbe esserlo.

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