“Questo sito è dedicato a Marthe Blouin” (Ottawa, 1954 – 2020).

29 Luglio 22 | Editoriali

In politica la coerenza è un capriccio

Dopo la caduta del governo Draghi si è deciso di tornare alle elezioni e si è quindi ufficialmente aperto il periodo della campagna elettorale. Tutti i partiti hanno già ricominciato a riempiersi la bocca di promesse, ma in particolare di una parola: coerenza. Coerenza nelle alleanze, coerenza nei programmi, coerenza nei discorsi, per poi puntualmente rimettere tutto in discussione dopo le elezioni. Ma la coerenza è davvero una virtù politica o un mito impossibile da realizzare?

Trascrizione

Il dovere di ogni giornalista dovrebbe essere quello innanzitutto di informarsi, di leggere più di un quotidiano al giorno, di guardare telegiornali e seguire i programmi di approfondimento. Ecco, è da un po’ di tempo, e ve lo dico sinceramente, che io vengo meno a questo mio dovere. Chi ha la fortuna di fare questo mestiere e lo fa con passione, come faccio io, sa benissimo che alla fine è una scusa per poter telefonare alle persone e dire “Voglio intervistarla”. Le interviste che cosa sono? Semplicemente l’andare a scegliere, quello che io ho la fortuna di fare, persone che uno considera competenti, che uno sa di cosa parlano e anche le domande che uno stesso si pone per cui poterle condividere come faccio io con voi. Perché anche non seguo? Perché quello di cui si parla non mi interessa e ci si lamenta molto della politica nostra, però la politica ci rappresenta, c’è poco da fare. Noi ci lamentiamo che mancano i programmi però che cos’è che anche noi vogliamo più di qualsiasi altra cosa? Non governare con gli altri, uno se ne va da un partito perché dice che farà forse un’alleanza con l’altro. Ecco perché esiste una parola, che è la medaglia al merito, che è la coerenza. Noi cerchiamo tutti questa coerenza ma la coerenza in politica è solo un capriccio pericolosissimo di cui noi paghiamo le conseguenze in continuazione. Perché dico questo? Perché alla fine la politica ci rappresenta. Siamo 60.000.000 di italiani, non la pensiamo tutti in modo uguale e ognuno sa quello che è giusto, abbiamo tutti la verità, quindi, ognuno cerca una rappresentanza molto specifica, motivo per cui abbiamo anche 10.000 partiti, partitini e partitelli. Il problema qual è? È che questi partitini e partitelli non sono tali, bensì sono ognuno rappresentante dei cittadini italiani, e la prima cosa che sembra che ci si scordi di tutti questi dati è proprio questo: se uno dice che non vuole governare con un altro partito sta dicendo che i cittadini che hanno votato questo o quell’altro non hanno lo stesso diritto, diciamo, di parola, lo stesso diritto di influire sulle decisioni; quindi, la coerenza è un capriccio. Governare vuol dire cercare di fare compromessi – da noi si chiama inciucio – per cercare di trovare una sintesi della maggior parte dei cittadini italiani, e se non si fa questo non si governa. È chiaro che è bella la vita di Fratelli d’Italia che, in un momento di grande crisi, tanti forse hanno capito questo dettaglio in politica e stanno pagando per questo, il fatto di essersi dovuti mettere insieme con partiti che hanno idee diverse e dover cercare appunto una quadra. È facile dire io sto all’opposizione e tutti felici, ma guardate le cifre di Fratelli d’Italia, da dove è partito e dov’è arrivato, ma secondo voi perché? Perché ha governato bene Giorgia Meloni? Lei non ha mai governato e nemmeno i suoi, quando non si governa è facile, perché nel nostro paese, a meno che uno non voglia un sistema maggioritario puro in cui un partito che prende il 15% non si ritrova ad avere il potere di governare come vuole, non sarà mai coerente. Finché facciamo questo discorso della coerenza non andremo mai da nessuna parte e succede quello che sta accadendo adesso. Non governare con qualcun altro è il vero dibattito, e noi attraverso di questo pensiamo di poter scegliere chi vogliamo lì? Veramente pensiamo di poter scegliere chi vogliamo lì? Veramente pensiamo di poter scegliere e pensiamo davvero e pretendiamo che un qualsiasi partito – anche dei più importanti una volta al governo – faccia quello che ha promesso? Cioè noi pretendiamo delle promesse e non ci rendiamo conto che già di partenza sono promesse che non potranno essere mantenute? Ma non per la cattiva volontà del politico di turno del partito ma perché i numeri non ci sono, perché bisogna avere il 50% per governare e se non prendi il 50% dei voti non puoi rispettare tutto il programma che hai promesso in campagna elettorale. È questo che io trovo avvilente perché ripeto, siamo noi che vogliamo questo, non solo loro. E poi un altro piccolo dettaglio è che sembra non impariamo nulla, non lo abbiamo imparato da quelle elezioni in cui il PD di Bersani riuscì a perdere contro Berlusconi e, quest’ultimo, crollò perché si era di nuovo fatto una campagna contro di lui. Che cos’era? Era smacchiare il giaguaro? Era tutta la campagna elettorale? Ecco, non si è vinto una campagna che era vinta dall’inizio. E oggi che succede? La stessa cosa, è una campagna contro Giorgia Meloni. Ma funziona questo nel nostro paese? Ha mai funzionato questo nel nostro paese? Io vi dico sinceramente che non lo so, come nessuno ha mai mantenuto le promesse che ha fatto in campagna elettorale e come tutte le promesse che uno fa servano per prendere i voti di quelli che teoricamente ti votano, e sappiamo tutti chi vota la Meloni, ma io questa certezza assoluta che se la Meloni andasse lì diventerebbe il nuovo Mussolini sinceramente non ce l’ho, o perlomeno, non ce l’ho al punto da fare tutta una campagna elettorale solo e unicamente contro di lei, perché tra l’altro le si dà solo e unicamente forza. Queste sono le mie riflessioni molto tristi oggi.

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