“Questo sito è dedicato a Marthe Blouin” (Ottawa, 1954 – 2020).

23 Febbraio 22 | Interviste

L’Europa e l’Italia, cosa fanno?

Intervista a Nicolai Lilin, autore di “Educazione Siberiana” e “Putin l’ultimo Zar”, sul ruolo dell’Europa e dell’Italia nel conflitto. In particolare si parlerà delle posizioni prese dall’Italia nei confronti della Russia, non solo a livello militare ma anche sociale e culturale, ma anche del modo in cui il conflitto è raccontato agli europei, del ruolo dei media e della difficoltà di ricevere informazioni obiettive. Si discuterà anche del pericolo di tornare ad una mentalità di guerra in paesi, come l’Italia, che sembravano averla dimenticata.

Trascrizione

Abbiamo parlato di America, ma l’Europa e l’Italia che fanno?

Mah, l’Europa e l’Italia sono sottomesse all’America, siamo la loro colonia economica e militare. Adesso abbiamo visto che Draghi ha già dichiarato il sostegno alla NATO nella probabile guerra contro la Russia. Quindi, ci saranno almeno due dei nostri aerei F-35 pagati da noi e ci saranno 600 militari – tra bersaglieri e alpini – che andranno lì a morire sul fronte russo. Mi viene da ridere e da piangere perché veramente l’umanità non impara niente dalla storia e dagli errori della storia. È molto triste sapere che io e altri artisti cerchiamo di creare un ponte culturale tra questi due paesi senza successo. La prima torre di Cremlino è stata costruita da un architetto italiano. La prima moneta coniata in Russia è stata fatta dagli italiani. Questi ultimi hanno portato in Russia la bellezza, l’arte e l’architettura. Le nostre strade portano i nomi italiani, le prospettive di San Pietroburgo le faceva Rastrelli. È molto triste vedere come tutta questa bellezza venga sputtanata da due cretini che stanno lì al governo – che tra l’altro non li abbiamo eletti noi – e che con le loro sciagurate decisioni, provenienti da Washington, distruggano questo ponte culturale che noi abbiamo cercato di costruire. Questo è veramente triste. Ora noi vedremo i ragazzi italiani che andranno là con le armi in pugno a fare cosa? A sparare ai ragazzi russi? E cosa succederà dopo? Io fermamente sono contrario alla presenza dei militari americani in Italia e in Europa in generale. Sicuramente devono essere mandati via brutalmente con le loro bombe atomiche, con le loro navi, con i loro sottomarini, con le loro basi nucleari, con le loro basi di spionaggio eccetera. Tutti via. Noi dobbiamo diventare indipendenti e quando noi veramente diventeremo indipendenti, decideremo cosa fare. Per adesso l’Europa è uno zerbino degli Stati Uniti e non conta veramente niente, si comporta contro i propri interessi. Gli europei devono imparare a diventare veramente uniti culturalmente e indipendenti.

Da noi purtroppo in Italia si legge poco oramai, quindi, la maggior parte delle informazioni arrivano dai media in generale. Quindi, che cosa pensi tu del giornalismo italiano?

Il problema è che il giornalismo dovrebbe essere la fonte dell’istruzione del popolo. Il popolo va istruito ovviamente attraverso il sistema di istruzione che dovrebbe essere libera, gratuita e di alto livello. Quello che noi purtroppo in Italia non abbiamo. Io ho due figlie che vanno a scuola e le posso dire che rispetto a quello che io ho visto nelle scuole sovietiche, oggi la scuola italiana fa schifo. È peggiore. Manca l’istruzione e manca la conoscenza. Siamo troppo affidati agli apparecchi elettronici, siamo troppo frenetici e i giovani sono troppo distratti così come noi adulti. C’è un enorme distacco nelle famiglie: i genitori devono lavorare troppo e così perdono il contatto con i propri figli senza trasmetterli niente, ma anche lì bisogna dire che la scuola non dà tutto, tante cose vengono date in famiglia. Quando ero piccolo, mia mamma raccoglieva i soldi e una volta all’anno mi portava a vedere l’Opera. Il giornalismo fa parte di questo sistema ma il problema è che oggi non ci sta un giornalista che va e si impegna per capire. Oggi noi viviamo nella comunità dei titoli, spesso oggi la gente legge il titolo ma non l’articolo. L’altro giorno ho intervistato un blogger e questo ha messo il titolo un po’ provocatorio, tipo “Il piano di Putin è di bombardare l’Italia con le armi nucleari”. È una delle tematiche che io ho sollevato perché ho detto “Guardate, noi come italiani dobbiamo sapere che in Russia ci sta un protocollo chiamato Reazione immediata (all’attacco nucleare), e un protocollo che prevede che se la Russia subirà un attacco nucleare da parte degli ignoti, partiranno direttamente i missili da tutti i luoghi che secondo i russi rappresentano un pericolo nucleare. Il nord Italia è tra questi luoghi perché noi conserviamo le armi nucleari che possono essere montati sugli aerei, queste sono le armi d’attacco. Quindi noi italiani saremo estinti perché se dalla Russia parte almeno un missile che porta all’interno 40 o 6 testate nucleari e queste qua esplodono sopra l’Italia, noi ci estinguiamo”. Il problema è che la gente non va ad ascoltare ciò che dico, questi ormai guardano il titolo del video e poi mi scrivono.

Ti volevo chiedere una cosa perché ci penso spesso. Noi in Italia la guerra non l’abbiamo conosciuta, è fuori dalla nostra mentalità. Però quello che sta succedendo, neanche così lontano dalle nostre frontiere, potrebbe in qualche modo riportarci invece verso questa cultura?

Sicuramente. Sicuramente ci sarà più violenza. Ci saranno anche persone che arriveranno da lì. Te pensi che un elemento che arriva dalla guerra ristabilisca la società? È quello che noi abbiamo avuto con la guerra del Caucaso negli anni ’90. La guerra crea delle trame psichiche che spesso non passano mai. Finché i nostri baby gang vanno in giro e si prendono a coltellate è una cosa, ma quando loro tra le mani avranno i kalashnikov – le armi da guerra – perché le potranno comprare per poche centinaia di euro in qualche zona degradata di Milano, tu vedrai che cosa succederà. Io mi auguro che l’Italia si butti fuori da questa brutta disavventura nella quale lo sta tirando l’America. Io spero che in qualche maniera, e per qualche miracolo, arrivi un politico che riesca a dimostrare la prontezza e la capacità di attivare un po’ di diplomazia.

Le domande per voi

Domande

Le vostre risposte

“Riflessioni brevi e concise”

commento di Anonimo

L’Unificazione dell’Europa ( quella vera , cioè quella politica ) è sempre stata frenata dagli Stati Uniti ( e dal Regno Unito ) che vede l’Europa come una colonia. La forza e l’indipendenza dell’Europa in campo politico , militare, culturale, dei valori , della ricerca , della industrializzazione fa paura agli Stati Uniti che ormai sono sull’orlo di un declino inarrestabile per mancanza di valori. La dimostrazione è l’atteggiamento degli USA verso questa guerra (che ormai dura da 8 anni ma mai racconta dai nostri giornalisti) , voluta e preparata da loro contro la Russia ( qui l’Ucraina, checchè ne dicano i nostri “bravi giornalisti”, è solo un campo di battaglia ) , in cui lo loro unica volontà è quella del proseguimento della stessa per continuare a separare la Russia ( che è sempre stata parte integrante dell’Europa , culturalmente e storicamente ) dal resto dell’Europa e per poter riaffermare la loro predominanza ed i loro interessi. E il bello di tutto questo sapete qual’è? L’Europa sta a guardare anzi no , sta prendendo decisioni che vanno contro i propri interessi che sono completamente diversi da quelli degli USA, in nome di una presunta Democrazia che abbiamo visto come l’America e la Nato si sforzano di portare nel mondo. Non voglio dilungarmi molto altrimenti rischio di non essere pubblicato e mi attengo alla domanda con la seguente risposta: SI, l’Europa ha già un ruolo importantissimo nello scacchiere internazionale, pur senza essere politicamente unita e, se fosse indipendente dagli USA, avrebbe un ruolo ancora maggiore.

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