“Questo sito è dedicato a Marthe Blouin” (Ottawa, 1954 – 2020).

23 Febbraio 22 | Interviste

Le ragioni della guerra

Intervista a Nicolai Lilin, autore di “Educazione Siberiana” e “Putin l’ultimo Zar”, sulle ragioni che hanno portato allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Si parlerà del profondo legame storico che unisce queste due nazioni, della difficoltà nello gestire la presenza russa in Ucraina, ma anche di cosa vedono i russi in Putin, la paure che gli Stati Uniti ancora rappresentano per il popolo, e le motivazioni che hanno spinto la Russia a questa aggressione.

Trascrizione

Parliamo di Ucraina. Un paese ovviamente molto importante per la Russia però io vorrei capire cosa significa davvero per voi in generale a prescindere dalla politica.

Quando parliamo di Ucraina come entità storica, sicuramente fa parte della storia della Russia, quindi, è impossibile separare queste due entità. Basti pensare e ricordare che la prima Russia era proprio in Ucraina, difatti la Russia antica si chiama la Russia di Kiev. Stiamo parlando del sentimento di molte persone russe e di persone sia russe che ucraine, che si sentono di appartenere a quel mondo che noi siamo abituati a chiamare “Il mondo russo”. Il mondo che comunque non è legato ad una etnia visto che il popolo russo è multietnico. Essere russo, infatti, significa essere meticcio, è un insieme di razze. La cultura russa, perciò, è estremamente legata alla cultura ucraina. Noi abbiamo visto storicamente un po’ il conflitto tra i gemelli. Quello che è successo, ad esempio, quando l’antica Russia di Kiev, con la nascita della nuova capitale a Mosca, ha subito l’offesa di trasformazione in una succursale. Quindi, prima Kiev era il grande punto di passaggio dei primi nobili norreni che passavano dal nord verso l’impero bizantino, poi hanno formato Mosca perché strategicamente era più comodo soprattutto per difendersi dalle popolazioni nomadi e per controllare meglio il nord della Russia. Da lì quindi nasce un po’ questo sentimento di contrasto tra gli ucraini e i russi. L’Ucraina poi è ritornata all’impero nei limiti dell’Unione Sovietica. Lì, tra l’altro, l’Ucraina è stata aggiunta per volontà di Krusciov, il successore di Stalin nonché primo segretario del partito comunista sovietico, che era ucraino tra l’altro. A lui piaceva giocare con le frontiere, quindi, ha dato la Crimea all’Ucraina. Questa è una sciagurata storica che ora giustamente la Russia ha rimediato e questo ha creato uno scalpore nella società, soprattutto nell’occidente. Il problema è che gli occidentali non capiscono bene la storia e se gli scrivi oggi “Cattivo Putin, ha annesso la Crimea”, senza approfondire storicamente che cos’è la Crimea, quanti russi per secoli hanno versato sangue per quel territorio… insomma, oggi questi sono i problemi che sorgono nella comprensione degli occidentali nel conflitto tra Russia e Ucraina. È un conflitto fraterno.

Lì c’è la democrazia per cui perché dovrebbe essere la Russia a mettersi in mezzo a decidere? Non dovrebbero deciderlo loro? 

Io sono per processi democratici, pertanto sono contro la violenza e la guerra. In effetti, il problema dell’Ucraina indipendente è che quando crollò l’Unione Sovietica si sono separate varie repubbliche. È partito il processo delle repubbliche baltiche, che si sono sempre sentite più tedesche che russe – si sentivano costrette ad unirsi all’Unione Sovietica, anzi, vedevano questa unione come una forzatura all’Ucraina pur essendo comunque più legata al mondo russo – e durante il crollo dell’Unione Sovietica, sulle ali di questa nuova libertà, ha volato verso questo percorso indipendente. Però il problema è subito sorto a livello politico, ovvero, sì che l’Ucraina dopo l’Unione Sovietica è diventata indipendente, però il suo apparato governativo era composto tutto da ex ministri e da ex politici sovietici. Quindi, tutto questo cambio di bandierine è stata un’operazione fasulla. Dal momento che l’Ucraina si è separata dall’Unione Sovietica, abbiamo visto semplicemente un susseguirsi di poteri che sfruttavano questa finta indipendenza per trarne profitto personale. Di conseguenza, la tragedia dell’Ucraina è che dal momento della sua indipendenza non c’è stato neanche un presidente o un governo in grado di rispettare per davvero le necessità della popolazione. Hanno governato con degli slogan, con la propaganda, con le promesse mai mantenute, hanno governato tramite speculazioni e furbizie, e poi abbiamo visto come ogni governo ucraino seguiva le direttive che arrivavano da Mosca o da Washington; quindi, di quale indipendenza possiamo parlare quando succede una cosa così drammatica? Ovviamente ci sono le persone che vorrebbero stare con la Russia, gli altri invece vorrebbero rimanere indipendenti. Questo tipo di problema deve essere risolto da un governo capace, un governo in grado di mettere la propria società in una condizione delle decisioni democratiche. Quindi fare dei referendum, rispettare le diversità e così via. Se ad esempio i russi vogliono studiare e parlare la lingua russa, cosa vi impedisce di proclamare la lingua russa come una delle lingue ufficiali del paese. Niente poteva impedire al governo ucraino di attivare queste misure che sono altamente democratiche. Invece abbiamo visto tutto il contrario. Abbiamo visto fomentare odio e nazionalismo, abbiamo visto fomentare delle espressioni molto dure nei confronti delle persone che si sentono parte del mondo russo. La cosa naturalmente si è poi aggravata quando siamo arrivati alla violenza. Cioè, pensiamo alle persone che sono state bruciate vive nella Casa dei sindacati a Odessa nel 4 maggio del 2014, e che venivano massacrati dai neonazisti spalleggiati dal partito democratico nostro italiano, da esponenti della nostra sinistra e questa è una vergogna. le persone che hanno visto tutta questa situazione si sono tradite dall’occidente, hanno capito che l’occidente sostiene il nazismo, si sono sentiti traditi dai propri rappresentanti politici che si trovavano a Kiev – si chiedevano come mai da Kiev arrivano i nazisti scortati dalla polizia per massacrarci, perché noi siamo comunisti? – pertanto, si sono creati la frontiera, si sono armati, si sono dichiarati indipendenti e hanno dichiarato guerra a chiunque sarebbe entrato dentro. Così è nata la spaccatura nella società ucraina. Qua l’influenza russa conta veramente niente, la Russia è arrivata dopo, con l’ondata di questo evento. Ma il problema principale è l’incapacità e la non voglia – visto che loro non vogliono conciliare il popolo – del governo ucraino. Loro purtroppo stanno seguendo un programma che viene da Washington e così si creano dei nazionalismi, si creano dei contrasti nel paese che viene trasformato in una zona di guerra e così l’America crea un muro tra l’Asia e l’Europa. Perché parliamoci chiaro: tutto questo viene fatto per bloccare la Cina, quello di cui hanno paura gli americani è il crescente rapporto politico, culturale, umano ed economico tra il dragone cinese e la vecchia Europa.

Hai detto che i separatisti del Donbass vogliono questo tipo di indipendenza perché si sentono più vicini al mondo russo, al comunismo e a questo tipo di filosofie. Però, oggi, che cosa rimane davvero di questo? La Russia è un paese che ha delle disparità sociali immense e Putin non è che abbia fatto nulla per cambiare questo. Quindi, davvero, che cosa c’è di meglio nella Russia di oggi rispetto al neoliberismo occidentale?

I russi non cercano qualcosa di meglio, i russi semplicemente non vogliono essere devastati da ciò che arriva dal neoliberismo perché capiscono che l’America non li vede come i partner. I russi per l’America è una terra ricca di risorse e il popolo va sterminato. Punto e basta.

Non è un po’ eccessivo che il popolo vada sterminato?

No, non è eccessivo. L’abbiamo visto negli anni ’90.

Però oggi siamo nel 2022 e non negli anni ’90. Inoltre, non è che la Russia sia veramente un esempio. Non mi sembra che le persone stiano economicamente bene.

Lilin: Scusa, ma la democrazia americana come ci aiuta? Bombardandoci? Massacrandoci?

No no.

La Russia oggi non è un esempio della democrazia, non è un paladino dell’umanità, però, tutto ciò che fa è per difenderci dal male assoluto perché per loro l’America è il male assoluto. Questo perché quando l’America interviene per attivare le proprie politiche porta solo il male. Noi per gli americani siamo solo persone che vanno sterminate. In questo loro non sono molto diversi dai nazisti. E voi occidentali mangerete i panini e vi farete i cazzi vostri guardando sulla tv come ci stermina l’America. Per questo i russi prevengono e per questo i russi non vogliono che l’Ucraina entri nella NATO. I russi non vogliono che i missili della NATO vengano piazzati sempre più vicino ai loro confini, è normale, è una voglia di difendersi. Qua non si tratta più di valutare quale regime è meglio tra Putin e Biden, fanno schifo tutti. Però almeno uno non massacra direttamente con impegno militare i propri cittadini.

Ma davvero Biden è Bush? Secondo te c’è davvero il rischio che succeda quello è che succedeva negli anni 90? Quello che succedeva in Iraq e in Afghanistan? 

Intanto il popolo americano non ha mai contato niente, sono i poteri forti che decidono.

I poteri forti però sono le armi, quindi, in un certo senso, ci stavano bene là. Secondo me se sono andati via dall’Afghanistan è anche perché il popolo non ne poteva più.

Dall’Afghanistan intanto sono andati via non per porre fine alla guerra, sono andati via dall’Afghanistan per lasciare una bomba ai russi e ai cinesi. Fine. Cioè l’Afghanistan è un problema che loro hanno creato e poi hanno lasciato questa bomba a orologeria nella zona che loro vogliono far esplodere, quindi non c’è niente di bello. Quando io leggo alcuni giornalisti occidentali che esaltano questa grande mossa democratica degli Stati Uniti di andare in Afghanistan mi viene da piangere. Mi viene da piangere per l’idiozia di certi giornalisti che non sanno neanche fare 2+2. Ma ancora di più mi viene da piangere perché io comprendo che alcuni giornalisti lo fanno, sapendo che stanno mentendo alla popolazione occidentale ed europea rappresentando gli americani come civili. No, non sono civili. Sono andati via dall’Afghanistan demolendo un paese. Sulla politica americana si è espresso benissimo Mark Twain, un grande intellettuale e scrittore di cui io amo ripetere questa sua frase: “L’America cammina sul mondo con il bastone dell’assassino nella mano e il borsone del drone nell’altra mano”. Quindi, questo è il senso della politica americana. Loro fanno sempre le guerre, sempre mandano da qualche parte qualcuno per salvare la democrazia e abbattere un tiranno, ma in realtà sono tutti interessi economici. Per questo motivo oggi i russi sostengono di nuovo Putin, è per colpa tra l’altro dell’occidente che lui diventa di nuovo popolare.

Ma alla fine cosa succederà secondo te?

Lilin: Una tragedia vera. Una tragedia geopolitica. Gli occidentali non capiscono mai che la guerra non porterà solo problemi in termini economici, ma porterà anche a tante conseguenze nei termini sociali. Noi avremo tantissime persone che fuggiranno dall’Ucraina – già scappano da lì – per venire qua. Traffico di armi. Lo sai cosa vuol dire quando in Europa, in un paese grande come l’Ucraina, arriverà il traffico illecito di armi? Già arrivano questi pulmini che ci portano sigarette eccetera e nessuno li controlla perché la comunità europea non ha più frontiere serie, non ci sono più frontiere tra un paese e l’altro. Questa è una debolezza della comunità europea. Noi abbiamo un pullmino che arriva dall’Ucraina e io spesso parlo con poliziotti e carabinieri che mi raccontano cosa tirano fuori da lì: bombe a mano, pistole..

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